Dopo 33 anni di insegnamento al Petranova International Institute Anna Mazza, docente di lingua inglese e francese alla Scuola Secondaria, entra in pensione concludendo il percorso professionale di insegnamento. In questa breve intervista ci racconta come la vita tra i banchi di scuola e la vocazione all’insegnamento abbiano influito non solo sul modo di lavorare ma anche sull’organizzazione della vita privata riscoprendosi donna, mamma e guida per i propri figli e per le proprie alunne.
Che valore ha avuto la possibilità di educare alla cultura e alla vita le più giovani generazioni?
Ho iniziato ufficialmente il mio percorso alla Petranova nel settembre 1988, 33 anni fa. Avevo già avuto un’esperienza di 5 anni di insegnamento in un’altra scuola con alunni liceali e sapevo che ora avrei insegnato alle “medie” e questo cambiamento mi attirava molto. Erano i tempi in cui la Petranova aveva sede in via Bertoloni ai Parioli , ero attratta anche dalla vicinanza, ci sarei potuta andare persino a piedi e nell’organizzazione della mia vita di giovane mamma quale ero allora, questo non era un particolare di poca importanza. Insieme a quell’opportunità in breve tempo compresi che non stavo solo insegnando una lingua straniera ma stavo “sposando” un progetto educativo che andava ben aldilà della mia funzione di insegnante. Dopo pochi anni le sedi cambiarono, prima a Via della Camilluccia, poi a Via delle Benedettine e infine a Via Pavia, tutto questo però, che non fu indolore, non cambiò la mia determinazione a restare: stavo vivendo un’esperienza lavorativa unica nel suo genere che stava facendo di me un’ insegnante “speciale “ e una persona completa. Infatti, educare alla cultura e alla vita generazioni di giovani ragazze è stata un’esperienza molto impegnativa ma anche entusiasmante. Ha significato mettermi in gioco, crescere sia come insegnante che come genitore e sperimentare soprattutto la pazienza che educare richiede perché il processo è lungo ed i risultati non sono sempre immediati. Educare si dice sia l’arte che consiste nel “tirare fuori il meglio” dai giovani con l’obiettivo di orientarne la crescita verso l’autonomia, la responsabilità personale e la completa socializzazione, insomma di prepararli alla vita con l’intento di metterli in condizione di farne il proprio “capolavoro “, la realizzazione di sé, la meta più elevata a cui tendere e a cui spero di aver contribuito almeno in parte per ognuna delle mie alunne in tutti questi anni di insegnamento.
Educazione, formazione e alleanza educativa: Che impatto ha avuto la tutoria nel tuo modo di affrontare l’insegnamento?
L’alleanza educativa che si può realizzare nella tutoria è preziosa. Ho potuto constatare che un’alleanza educativa che funziona conduce a grandi risultati e soddisfazioni per tutti. Infatti, la tutoria è uno strumento unico direi: un “triangolo magico” che mette in relazione genitori, alunno ed insegnante/tutor. Negli anni, l’essere tutor, mi ha reso sempre più consapevole del fatto che ogni alunna è unica e nell’affiancarla va dedicata un’attenzione personalizzata. Per lei si concordano degli obiettivi formativi e didattici con i suoi genitori, i suoi principali educatori e si concorre alla loro realizzazione nel pieno rispetto della sua libertà individuale. Quando sei tutor desideri creare relazioni costruttive, vuoi essere utile ed è stato emozionante per me quando sono diventata tutor della figlia di una ex alunna di cui ero stata la tutor!!
Era ancora una volta la conferma che quell’antica alleanza educativa aveva funzionato e la fiducia istaurata tanti anni prima era rimasta immutata nel tempo!
Oggi che significa insegnare una cultura straniera alle generazioni “sempre collegate”? Cosa è cambiato rispetto al passato?
Sicuramente molto è cambiato in questi decenni nell’insegnamento delle lingue straniere ma anche nelle altre discipline!
L’introduzione degli strumenti multimediali ha rivoluzionato le nostre vite e anche il nostro modo di fare scuola. Mi verrebbe da dire che un altro repentino e grande cambiamento è avvenuto in questi ultimi due ultimi anni, a causa della pandemia da Covid e i lockdown che ci hanno portato a sperimentare la DAD e con cui abbiamo accelerato dei processi di digitalizzazione che stavano progredendo gradualmente nella scuola.
L’innumerevole quantità di risorse sul Web e gli strumenti a disposizione dei docenti ma anche degli alunni hanno offerto modalità variegate sempre più accattivanti per un’apprendimento vivace ed interattivo. A noi insegnanti però compete il compito di selezionare le risorse e “accompagnare” le nuove generazioni nell’uso corretto e consapevole di esse e di metterle in guardia dai rischi della navigazione non protetta.
Nello sviluppo di progetti multidisciplinari quanto è importante il lavoro collegiale e quali strumenti facilitano lo sviluppo di competenze trasversali?
Programmare e sviluppare progetti multidisciplinari richiede un attento lavoro di squadra tra colleghi che ha caratterizzato da sempre il nostro modus operandi. Mettere a confronto le conoscenze individuali di ciascuna disciplina , le abilità personali e la capacità di collaborare tra noi è servito a creare un lavoro pianificato e condiviso che a sua volta si è proposto di sviluppare e accrescere nelle alunne proprio quelle competenze trasversali necessarie a realizzare progetti condivisi nello sviluppo del sapere, del saper fare e del saper essere.
Cosa si “porterà” di questa esperienza nella tua vita in pensione?
Cosa mi “porterò” di questa esperienza nella mia vita in pensione? Tutto !
Il ricordo di ogni persona con cui ho trascorso gran parte della mia vita, le alunne e la loro allegria, le colleghe per la stima e l’amicizia reciproca, i genitori per la riconoscenza per i progressi delle figlie, la direzione del Petranova International Institute e della CEFA che ci ha sempre guidato e tutti i collaboratori dall’amministrazione alla segreteria alle signore della mensa, che ci hanno aiutato a rendere la scuola sempre migliore. Il ricordo dei viaggi all’estero, le gite e le tante risate, gli spettacoli per la festa di Natale e di fine anno, i cori di ringraziamento e di auguri per il compleanno, gli abbracci e gli sguardi con le alunne agli esami di terza media, insomma mi porterò l’ affetto e la gratitudine per aver fatto parte di una grande “famiglia ” a cui ho dato molto ma anche ricevuto tanto!
Un caro saluto
Anna Mazza
In copertina le Ballerine dell’Opera di Degas, Musée d’Orsay di Parigi