Essere insegnante di scuola è un’importante professione: ogni docente è al servizio della cultura per trasmettere alle nuove generazioni saperi, conoscenze e competenze volte a migliorare ed arricchire il bagaglio culturale di ogni alunno.
Essere un buon insegnante è, soprattutto, una vocazione: il desiderio di trasmettere e appassionare alla propria disciplina non tiene conto delle stagioni, trascende ogni programma didattico e coinvolge in attività i cui l’intento è valorizzare, condividere e far crescere il bagaglio culturale del nostro Paese.
La pausa estiva, dopo l’attività di programmazione con il collegio docenti, è dunque il tempo propizio per organizzare al meglio il lavoro per il nuovo anno scolastico, ma non solo: alcuni dei nostri docenti sfruttano la bella stagione per condividere con un pubblico più ampio la grandiosità del nostro patrimonio valorizzando la cultura che circonda il vivere quotidiano, ampliando così lo spazio didattico e abbattendo le barriere fisiche del fare Scuola.
Paolo Re, docente di Italiano dello Iunior International Institute, firma l’editoriale del DISF con “Attualità di un intramontabile. Le ragioni del successo di Dante a 700 anni dalla morte” in cui riflette sugli “effetti danteschi”:
“[…] nei primi anni di insegnamento facevo osservare “come siamo fortunati” a parlare una lingua italiana ancora così vicina a quella di Dante.
Nel tempo l’osservazione si è capovolta: come mai “ci succede di parlare” una lingua relativamente così simile a quella dantesca?
In fondo in fondo, questo avviene perché tutti (tutti!) siamo passati attraverso la Commedia, in un modo o nell’altro.
Se qualcosa ci spaventa, possiamo dire che ci fa tremar le vene e i polsi,
se diciamo stiamo freschi! stiamo citando Inferno XXXII, 117 (là dove i peccatori stanno freschi),
se parliamo del Bel Paese (o se lo mangiamo in quanto formaggio), ci riferiamo alla celeberrima invettiva contro Pisa del XXXIII dell’Inferno,
se diciamo che una faccenda non mi tange impieghiamo parole di Beatrice nel II dell’Inferno,
senza infamia e senza lode è un adattamento della descrizione degli ignavi nel III canto,
ma anche a più non posso deriva da un’espressione dei superbi nell’ultimo verso del canto X del Purgatorio […]
Susie Calvi, docente di Teatro e Comunicazione non verbale al Petranova International Institute, con lo stage teatrale”Le leggende del lago” organizzato dall’associazione Viveteatro e inserito nel calendario estivo di Scanno , attraverso la drammatizzazione di alcuni brani del testo di Italia Gualtieri e Diana Cianchetta, ha dato vita alle antiche storie narrate dai pastori abruzzesi durante la transumanza.
“Rileggere le antiche favole narrate dai pastori abruzzesi durante la transumanza,” dice Calvi,
è stato uno stimolo per gli allievi attori senior per riportare tra la gente valori e usanze di una volta.
Recitare per le strade, coinvolgere gli abitanti in queste storie ha reso il tutto molto realistico
lasciando liberi gli anziani del luogo di raccontare il loro passato e
da lì sono nate improvvisazioni teatrali e scene che hanno riportato il pubblico indietro nel tempo”.
Un modo virtuale e uno fisico per riflettere fuori dalle aule scolastiche sulla straordinarietà della nostra ordinaria cultura.